DISGRAFIA – Educazione della scrittura

Disgrafia, educazione e rieducazione alla scrittura

Cos’è la Disgrafia?

Il termine disgrafia individua una disfunzionalità del gesto grafo-motorio ascrivibile ad una difficoltà dell’apprendimento o ad un disturbo specifico dell’apprendimento (DSA)

Nel primo caso si parla di difficoltà per esprimere una condizione transitoria determinata da fattori differenti quali ad esempio condizioni ambientali o sociali poco favorevoli, lateralità non correttamente definita, mancata introiezione delle abilità di base, etc.; nel secondo caso, invece, il disturbo è di natura congenita, neurobiologica, riferibile presumibilmente al sistema nervoso centrale, motivo per cui non è possibile far scomparire il sintomo, ma agire in funzione della sua riduzione.

La scrittura svolge una funzione ricettiva e di trasmissione di informazioni ed è un veicolo di rappresentazione di sé in rapporto con gli altri.

La mancata acquisizione dell’automatismo del gesto grafico, perciò, ha come conseguenza una demotivazione del bambino alla quale può far seguito un vero e proprio rifiuto di questa competenza a cui si accompagnano senso di sfiducia e di inadeguatezza. Si comprende, pertanto, quanto peso possa avere una problematica di tal genere in termini di ricaduta negativa sul rendimento scolastico.

L’apprendimento della scrittura corsiva rappresenta un passaggio decisivo nel percorso di crescita ed è finalizzato a prevenire l’insorgenza di tale difficoltà/disturbo o, qualora già presente, alla sua correzione.

L’educatore della scrittura è una figura di tecnico specializzato che si occupa di valutare ogni singolo caso ed elaborare un piano di educazione/rieducazione individualizzato che favorisca il recupero grafo-motorio ed un miglioramento della grafia nei suoi aspetti di leggibilità, scorrevolezza e velocità esecutiva.

Questo tipo di intervento si esplica attraverso  una serie di incontri in cui vengono effettuate esercitazioni mirate che, partendo dall’elaborazione di forme prescrittorie semplici, porteranno il bambino ad acquisire in maniera graduale la sua inconfondibile impronta grafica.

Visitare per ulteriori informazioni il sito A.E.D

Disgrafia. La fatica di scrivere

La disgrafia viene abitualmente associata ad altri D.S.A. (Disturbi Specifici dell’Apprendimento) che vengono individuati nella Legge 170/2010 la quale “[…] riconosce la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia quali disturbi specifici di apprendimento, di seguito denominati «DSA», che si manifestano in presenza di capacita’ cognitive adeguate, in assenza di patologie neurologiche e di deficit sensoriali, ma possono costituire una limitazione importante per alcune attivita’ della vita quotidiana”.
In realtà, essa puo’ essere di frequente espressione non tanto di un disturbo specifico quanto di una difficoltà di apprendimento (D.A.) in cui qualunque studente puo’ imbattersi durante il suo percorso scolastico a fronte di svariati fattori.Talvolta, il contesto ambientale, sociale, familiare, ad esempio, potrebbero giocare un ruolo interferente rispetto ad una corretta interiorizzazione delle informazioni e quindi ad uno sviluppo adeguato delle competenze necessarie per intraprendere un percorso didattico proficuo e soddisfacente.
A fronte di queste considerazioni è di fondamentale importanza sottolineare tale distinzione poiché le risultanze di una rieducazione sulla scrittura saranno differenti e sortiranno esiti altrettanto differenti nei due casi individuati.
Una D.A., infatti, puo’ essere transitoria poiché legata a cause “esterne” che ne determinano l’insorgere e puo’ essere colmata ottenendo risultati ottimali su periodi ipoteticamente più brevi.
Un D.S.A., invece, considerata la sua natura congenita, avrà comunque un buon margine di recupero nel trattamento nei termini di un contenimento/riduzione della difficoltà, ma non sarà possibile ottenere la definitiva scomparsa del sintomo.

Le domande all’educatore della scrittura

Perché è sconsigliata la scrittura in stampatello maiuscolo o minuscolo (script)?

Lo stampato maiuscolo o lo script prevedono di tracciare i singolo caratteri staccati tra loro: ciò va a beneficio di una maggiore leggibilità, ma a scapito della personalizzazione e della rapidità esecutiva. Spesso chi se ne serve lo fa in sostituzione del corsivo, male appreso o troppo poco esercitato.

Perché è importante l’apprendimento del corsivo?

Il corsivo è un tipo di carattere che si contraddistingue per i collegamenti tra le lettere. Il suo apprendimento nella scuola primaria è fondamentale perché concorre alla fluidità del gesto grafomotorio grazie alla sollecitazione della coordinazione oculo-manuale. I benefici derivanti dalla sua pratica, inoltre, stimolano le facoltà attentive e di memorizzazione. Lo sforzo posto in essere per legare le lettere tra loro poi porta a sviluppare una consequenzialità delle idee e rafforzare la logica del ragionamento.

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