La preponderanza del piccolo: Gandhi

 

Ad un primo sguardo la grafia di Gandhi appare nervosa, resistente e di non immediata leggibilità.

Ci troviamo di fronte ad un tracciato complesso, quasi da “decifrare” come se celasse al suo interno un codice al quale non è possibile accedere se non dopo un attento esame di tutte le sue insidiose sfaccettature.

Il foglio è riempito in modo uniforme ed i bianchi e i neri, cioè le parti scritte e non, si alternano con equilibrio facendo sì che il testo appaia, anche rispetto alla gestione dei margini, per lo più centrato.

Pur non avendo dei riferimenti esatti relativi al foglio, possiamo supporre che le dimensioni dello scritto rientrino in parametri intermedi. Le lettere ad ovale, tuttavia, presentano una certa variabilità e ci suggeriscono una possibile inclinazione all’umoralità del soggetto che passa da momenti di sottostima ad altri di protagonismo narcisistico. Alcune stentatezze e lettere ripassate fanno emergere un ‘io’ molto esigente ed intransigente, incline ad una critica serrata e un’emotività non sempre ben gestita.

Il tratto è deciso, vigoroso, ma gentile ed originale nei legamenti e definisce un animo carico di energia sia fisica che mentale attraverso cui si esprime per poter incidere concretamente nell’ambiente di cui fa parte integrante.

Ci troviamo, perciò, di fronte ad un uomo che non si lascia soggiogare perché gli elementi che lo caratterizzano sono una straordinaria forza di volontà, capacità decisionistica, ostinazione nell’opporsi a ciò che non gli aggradi (presenza di angolosità)

I tagli delle ‘t’,  variabilmente alti, lanciati verso destra, molto prolungati, in particolare, rivelano aspetti di un’aggressività presente, ma “addomesticata”. In un certo senso, Gandhi si fa profeta della non violenza per aver provato il sentimento opposto e averlo rielaborato.

Questi aspetti, però, sono sostenuti da un’intelligenza che gli consente di smorzare le evidenti spigolosità attraverso una non comune capacità di intessere legami profondi con il prossimo, tendendo la mano e prestando ascolto attivo verso chi ne abbia bisogno. E’ possibile dedurre ciò osservando come ciascuna parola sia vergata, lettera dopo lettera, in maniera consequenziale, limitando al minimo gli stacchi. L’esigenza di creare dei collegamenti e svilupparli con modalità originali, rappresenta il chiaro indicatore di una personalità desiderosa di esplicare tutto il suo potenziale investendo sulle relazioni. In tal senso, questa consequenzialità formale si traduce in una logica ferrea che si esplica attraverso un lessico sciolto ed accattivante.

Il testo è inclinato verso destra, possiede una buona fluidità e personalizzazione, numerosi ovali presentano “aperture a capo” quale indicatore di sublimazione ed empatia. Tutte queste connotazioni rappresentano ulteriori tasselli in grado di far emergere la parte più nota di Gandhi: altruismo, generosità, spontaneità, che gli hanno consentito di essere pienamente uomo ed umano tra gli umani, estrinsecando un carisma straordinario.

Doti di leadership, esigenza di mantenere il controllo sulle situazioni, capacità di interagire e comunicare senza subire condizionamenti grazie ad una forte apertura mentale, hanno costituito degli ingredienti insostituibili per dar vita ad un personaggio inconfondibile.

 

Aggiungi ai preferiti : Permalink.

I commenti sono chiusi.